La visita di Reykjavik conclude uno dei viaggi più belli della mia vita. Riflessioni sul viaggio e su questo magnifico paese, e qualche info utile a chi volesse visitare l’Islanda in Inverno.
Come tutti sanno, Reykjavìk è la capitale d’Islanda, e tipicamente la si visita o all’inizio, o alla fine di un viaggio in questo paese. E’ la terza volta che mi trovo in questa città, ma non nascondo che non riesce a trasmettermi un grande fascino. Non che sia brutta, intendiamoci….semplicemente il resto del paese è di una bellezza talmente sconvolgente, che ci si aspetterebbe forse una capitale all’altezza di cotanta imponenza.
Reykjavìk è sostanzialmente un paesone, se paragonata ad altre capitali europee, e il centro si può girare tranquillamente in un pomeriggio. Sicuramente è d’obbligo visitare i tre simboli della città, ovvero la Hallgrimmskirkja, la principale chiesa della città, il cui design moderno e affascinante richiama la disposizione delle colonne di basalto durante un’eruzione vulcanica.
Il Tjörnin, ovvero un piccolo lago posto in centro città selle cui rive si affacciano l’edificio del municipio, l’università e il parlamento. D’inverno ghiaccia quasi completamente, tranne una piccola area dove viene volutamente convogliata dell’acqua termale di modo che cigni, oche e quant’altro possano godere di un’area priva di ghiaccio.
E infine Sòlfar, o “il viaggiatore del sole” ovvero una scultura d’acciaio rappresentante la struttura di un’antica nave vichinga, posta sulle rive del mare.
Tolto questo, la città offre qualche museo, alcuni folkloristici come il famoso Perlàn dove risiede il museo delle saghe, da cui si vede un bellissimo panorama sulla città, e altri decisamente più bizzarri, come il museo del pene, che espone una notevole collezione di organi sessuali maschili di ogni specie e razza animale, uomo incluso. Se state penando “però, che museo del c…o” sappiate che questa battuta l’han già fatta 6 miliardi di persone prima di me e di voi. Però fa sempre ridere.
Infine, uno dei tratti caratteristici di Reykjavik è la sua vita notturna durante i week end, dove la città pullula di locali con musica dal vivo; gli islandesi hanno l’usanza di fare il cosiddetto “Runtur”, ovvero il giro di questi locali, il venerdì e il sabato sera…a me sinceramente, non sembra una cosa così particolare, è una cosa che fanno un po’ tutti in tutte le città del mondo…qui semplicemente gli hanno dato un nome 🙂
Comunque sia, è proprio brindando nel sabato sera di Reykjavìk che il nostro viaggio si conclude, lasciando spazio ai pensieri che necessariamente accompagnano la fine viaggio.
E’ stato il mio terzo viaggio in Islanda, e sicuramente è stato il più incredibile. Mi è difficile dire se sia meglio visitare questo paese d’inverno o d’estate. Forse sceglierei l’inverno, influenzato dal mio amore per la neve e l’aurora boreale, ma sarebbe un giudizio di parte; la realtà è che questa terra meravigliosa durante tutto l’anno ha in serbo un dono per chi la visita, e si tratta del dono più prezioso che si possa ricevere in un viaggio, ovvero una grande lezione di vita.
La società odierna ci fa crescere con il mito del progresso, dell’antropizzazione, come le se la volontà umana fosse superiore a ogni altro volere….ecco, dopo un viaggio in Islanda si impara una volta per tutte che non è così, che la potenza della natura è qualcosa di immenso, di cui avere un sacro timore reverenziale, e che noi su questa terra siamo degli ospiti privilegiti, non ne siamo i padroni. Un paio di secoli fa un certo Giacomo Leopardi, noto per la sua visione pessimistica della vita e della natura come un’entità maligna e crudele, scelse proprio un’ islandese per dare voce a questo suo pensiero. Nelle operette morali si trova infatti il “dialogo della natura e di un Islandese”, dove Leopardi inscena un’ipotetico dialogo dove un Islandese, appunto, chiede a Madre Natura il perché di tanta violenza e crudeltà….Ora, al netto di qualunque sentimento di pessimismo cosmico, quello che mi affascina di quel dialogo è che Leopardi, in Islanda, non c’è mai stato….ma ne ha colto in pieno l’essenza.
In ogni angolo di questa terra, sembra davvero di avere davanti a sé la natura che si rivolge all’uomo dicendo qualcosa come “Guarda che qui comando io”….e vi posso garantire che è una sensazione bellissima, anche perché si accompagna a un senso di pace che cresce lentamente man mano che si trascorre del tempo su queste strade, dove non è realmente possibile fare pochi chilometri senza restare a bocca aperta per la bellezza dei paesaggi che si sviluppano lungo la strada.
Visitare l’Islanda in Inverno non è un qualcosa che si può fare in totale spensieratezza. Bisogna essere a proprio agio con la guida su strade ghiacciate o innevate, bisogna essere vigili e non bisogna commettere leggerezze, come accostare su un terreno innevato senza sapere cosa vi si trova sotto (come le persone che abbiamo dovuto soccorrere nei primi due giorni di viaggio). Bisogna poi essere informati sulle condizioni del tempo e delle strade, e su questo gli Islandesi sono organizzati benissimo, data l’importanza della questione: i siti riguardanti la viabilità e le previsioni meteo sono aggiornati in tempo reale e sono sempre precisissimi. Soprattutto, bisogna essere armati di un grande spirito di adattamento ed essere consapevoli che la fortuna che io e miei compagni di viaggio abbiamo avuto nei primi giorni non è assolutamente la regola, da queste parti, ma una piacevolissima eccezione. Si potrebbe venire quassù e non vedere mai un’aurora boreale, o trovarsi perseguitati dalla pioggia, o dalle tempeste, che possono anche mettere qualche timore a un viaggiatore non preparato all’eventualità. Generalmente, consiglierei a chi non ha mai visitato questo paese di venirci per la prima volta d’estate, per prenderci un po’ le misure in previsione di tornarci poi in stagione di neve e aurore boreali.
In sintesi, bisogna saper prendere ciò che questa terra decide di regalarti, e sappiate già che qualunque cosa arrivi, sarà qualcosa di molto prezioso per il resto della vostra vita.
Se dovessi fare una di quelle cose stupide come una “classifica” dei posti più speciali in cui ho viaggiato, vi sarà facile immaginare che avrei pochissimi dubbi nel mettere l’Islanda al primo posto, per i motivi che vi ho appena detto, e per quello che vi ho raccontato in questo mio diario, che spero possa ispirare qualcuno di voi a visitare questo luogo magico, dandogli magari qualche utile spunto pratico.
Per questa volta, in attesa della prossima, mi godo le ultime emozioni del viaggio, che sono poi sempre le stesse ogni volta che torno da queste parti: il rombo dei motori, la pista dell’aeroporto che scorre lungo il finestrino, il suolo islandese che man mano si fa sempre più piccolo fino a sparire dietro il tappeto di nuvole….e l’impalpabile sensazione che una parte del mio cuore sia rimasta a terra.
A tutti un arrivederci al prossimo diario!
Di seguito, qualche info tecnica su questo viaggio
Volo di andata: Milano Malpensa- Londra Luton – Keflavik con Easy Jet.
Volo di Ritorno: Keflavik – Oslo – Milano con Norwegian Air Shuttle
Autonoleggio: Nissan Qashqai 4×4 presso Arctic
Pernottamento
Reykjavik: Bolholt Apartments
Vìk: North Star Apartments
Jokulsarlòn: Skyrhusid Guesthouse
Myvatn: Dimmu Borgir Guesthouse
Akureyri: Guesthouse Brekkusel
Grundarfjordur: Grundarfjordur Guesthouse and Apartments
Itinerario per tappe:
Reykjavik -Thingvellir – Geysir – Gullfoss – Vìk – Jokulsarlòn – Höfn – Egilsstadir – Myvatn – Godafoss – Akureyri – Varmahlid – Grundarfjordur – Reykjavik.